Lo studio
Il recente studio, condotto dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), posiziona l’Italia al quinto posto nella classifica mondiale dei brevetti sulle tecnologie a idrogeno.
La classifica mondiale vede infatti al primo posto l’Unione Europea con il 28%, a seguire il Giappone con il 24% e al terzo posto gli Stati Uniti con il 20%.
Lo studio prende in considerazione i brevetti registrati nel mondo tra il 2011 e il 2020, in tutta la gamma di tecnologie legate all’idrogeno, dalla produzione allo stoccaggio, dalla distribuzione alla trasformazione, così come le applicazioni finali. Infine, suddivide queste tecnologie tra quelle che fanno ancora uso di combustibili fossili e quelle che invece riducono le emissioni utilizzando energia rinnovabile.
Il 70% di tutti i brevetti sull’idrogeno provenienti dall’Italia sono legati proprio a tecnologie verdi, che hanno particolare attenzione anche alle ricadute sul clima.
I principali poli di innovazione si trovano a Milano e a Roma.
In Italia, viene sottolineato, inoltre, il contributo innovativo delle start-up nelle tecnologie che utilizzano l’idrogeno come mezzo per contrastare il riscaldamento globale.
Le applicazioni dell’idrogeno
Le applicazioni finali delle tecnologie a idrogeno, come fonti di energia, sono presenti soprattutto nel settore automobilistico di cui è al primo posto nel mondo da tempo. I brevetti italiani in questo campo sono in continuo aumento.
Se si considera l’uso finale, lo stesso andamento non è ancora visibile in altre applicazioni, nonostante la politica concertata degli ultimi anni sul potenziale dell’idrogeno nella decarbonizzazione dei trasporti a lunga distanza, nella produzione di energia, nel riscaldamento e nell’industria pesante.